venerdì 30 settembre 2011

eco-mode vs sensibilità creativa




Amo il “bello”, da sempre; amo seguire l’idea di un futuro sereno per mio figlio e sono convinta che la giusta “coltura” di noi stessi e dell’ambiente che ci accoglie sia necessaria ai miei progetti: proprio per questo, ultimamente sono un po’ refrattaria all’associazione etimologica ECO/TRENDS e all’idea che il concetto di “rispetto della natura “scivoli parallelamente all’idea di “flusso e passaggio” a cui le tendenze di moda sono soggette … Ammettiamolo con trasparenza: non salviamo l’ambiente creando gioielli con materiali riciclati o tessuti hi-tech ottenuti dalla lavorazione di vecchie plastiche o materiali di scarto, MA la creatività può incanalarsi in gesti memorizzabili e utili.
Quello che, a mio avviso, può essere e rimane significativo mezzo di sensibilizzazione collettiva sul tema ambiente, acquisisce spesso una sfumatura fighetto-snob e poco fascinosa: tanta fuffa. Ai virtuosismi pseudo-artistici dell’eco-design di certe patinate trovate commerciali dai prezzi fantascientifici, preferirei un’eco-etica concreta, una linea di consumi e comportamenti che tutti potremmo iniziare a delineare a partire dalle abitudini che scandiscono il nostro personale quotidiano. Trovo più ECO_LOGICO il maestro che a scuola insegna a mio figlio a chiudere il rubinetto durante il lavaggio dei denti; è eco-logica la “siòra” che al supermercato a febbraio lascia nello scaffale le fragole spagnole eleggendo le italiane che aspetterà a Maggio, lo studente che si informa in silenzio per una tesi di ricerca sull’argomento, o lo sforzo/sfogo di un creativo che cerca un simbolo, un gesto d’arte, un significante d’impatto per poter comunicare di cuore un messaggio ben strutturato ed efficace, o l’architetto che , magari in piena maturità professionale, alla prospettiva di sguinzagliare il proprio ego a sfilare sulle passerelle di quella creatività pettinata e mondana che frizza annualmente al Salone del Mobile (NULLA contro il Salone del Mobile che visito anch’io, peraltro, ma trovo ridicole certe personalità “da” Salone del Mobile), preferisce il fascino di un testo da studiare con l’obbiettivo di formarsi eventualmente una chiara idea su quelle che possono essere soluzioni per edificare (o anche no) le nostre città con rinnovato e necessario buon senso.




una sera d'estate, Martino, scatole di dentifricio,
 una personale visione di New York.


Premetto ciò perché non riesco ad affrontare il tema ambientale con superficialità come a volte vedo fare, e ancor meno, a presentare le mie creazioni come prodotti in linea con le ultime tendenze dell’eco-creatività, come inizialmente avrei potuto fare. Come ho sempre specificato, i miei lavori non nascono dall’intento di vendere ma da pura voglia e necessaria ricerca di leggerezza, gioco e colore . Sono esito di un vezzo creativo, di un tempo perso di cui ho voluto riappropiarmi con ironia, ascoltando la curiosità che nutro nei confronti dei materiali di consumo quotidiano.

mercoledì 28 settembre 2011


Belle gioie!






Dopo anni di grande passione per i gioielli etnici di qualità, ho deciso di distanziarmi formalmente da questo splendido mondo che, sfortunatamente, ha assistito nell'ultimo decennio alla nascita di uno speculare simulacro che ha invaso i mercati italiani: l'impeto irrefrenabile del commercio cinese ci sta abituando a fiumi di bigiotteria in produzione seriale, finte pietre in plastica, complementi in simil- metallo, scarsissima qualità nelle rifiniture e concreti rischi di reazioni allergiche e dermatiti. Prendendo volontariamente le distanze da questa tendenza che non mi attrae per nulla mi sono avventurata nella creazione di una mia linea di gioielli colorati ma dalle linee volutamente essenziali, puntando sulla qualità dei materiali che utilizzo e sulla cura di semplici accostamenti formali. Ogni prodotto deve contenere un senso, una sfumatura leggera, non mi importano gli esiti creativi straordinari. Amo associare colore e luminosità a linee grafiche e pure; i materiali che prediligo sono pietre dure di vari generi e qualità, gemme di vetro veneziano, coralli grezzi, perle naturali di ogni forma e misura, complementi in argento, elementi decorativi provenienti da viaggi o luoghi lontani. Lavoro sodo e francamente mi diverto parecchio, sarò lieta di vedervi a Vanitas' Market ( 8 e 9 ottobre, consiglio di seguire il blog per info e contatti) nel cuore della mia splendida città (Cremona) , non necessariamente per acquistare, anche solo per portarmi uno sguardo, un saluto o un sorriso veloce..





Girocollo: corallo, cristalli.



Girocollo: perle di fiume, quarzo rosa,
roselline in pasta di corallo (non resina),
argento, medaglietta devozionale.









venerdì 23 settembre 2011

Sono Chiara ...


Considerato che il mio vero nome sosterà eternamente nelle graduatorie ministeriali per l'insegnamento di Storia dell'Arte e Filosofia, un paio d'anni fa ormai ho iniziato a tracciare un'idea di quelle che sono le mie potenzialità, i miei gusti e le mie passioni. Bando alle ciance, spinta dal mio spirito battagliero e "filo napoletano" a cercare un modo per cavarmela e uscire da una stasi che non mi piaceva, ho deciso di mettere in gioco la mia creatività. 
Nel 2009 ho collaborato con Elisa Boldori, amica, stilista, blogger, giornalista e ideatrice di Vanitas' Market (http://vintagevanitas.blogspot.com/), ormai nota e attesissima mostra/mercato di moda d'epoca e autoproduzioni che si svolge in uno dei più eleganti centri storici italiani. Dalla seconda edizione ho pensato di mettermi "dietro" il banco ed entrare a far parte di uno splendido gruppo di creativi espositori, sfruttando un passato da decoratrice che negli anni dell'università è stato fonte di guadagno e soddisfazione personale. Ho iniziato a dipingere come autodidatta e ad essere attratta da tecniche di decorazione e attività manuali di vario genere fin da bambina.. In linea con il mio passato, oggi sfogo la mia creatività in una produzione piuttosto eterogenea: recupero e decorazione di vecchi elementi d'arredo (fra cui le mie adorate sedie vecchie) una linea di vasi in terracotta che ho dipinto riportando versi presi in prestito dalla tradizione letteraria italiana o motivi grafici che dipingo di getto, gioielli, accessori e amenità di vario genere… 
Nella mia ricerca tematica emerge la passione estetica per l’iconografia mariana, i feticci religiosi, per le pietre preziose, per il riciclo, per il design pop, il ready-made e soprattutto per i miei studi passati, che, pur non avendomi ancora portata ad una realizzazione concreta in campo professionale, rimangono in qualsiasi caso, la mia più grande ricchezza. 
Vivo con gli occhi e ogni oggetto che mi circonda è potenziale elemento di ispirazione creativa: penso francamente che anche la grafica di una latta di polpa di pomodoro possa celare un suo fascino estetico…





Ah, dimenticavo, mi chiamano Chiara Huntspear e, sopra ogni cosa, sono una mamma.








domenica 18 settembre 2011

Le mie sirene

Le sirene sono donne ammaliatrici e misteriose, nell'immaginario collettivo sono diventate emblema della doppia natura umana divisa tra intelletto e impulso.
Da piccola ero attratta dall'idea che l'unione di due realtà tanto concrete (donna e pesce) potesse generare un'entità inesistente. Ora, proprio per il loro essere evocative di una femminilità luminosa e antica, rappresentative di un'area geografica e della tradizione culturale alla quale appartengo, sono divenute simbolo della ricerca alla base della mia attività creativa. Riappropriandomi dunque di una mia fantasia infantile, le dipingo; nel mio blog le scelgo come veicolo per introdurvi gradualmente nel mio mondo. You are welcome..